Per Sky è una bella prestazione, non c’è che dire! Che conferma, se ce ne fosse stato bisogno, la sua grande tecnica “sul liscio”. Ma non è per la “prestazione” che lo abbiamo definito entusiasta, ma perchè era la sua prima volta a Bleau, ed è stata una vera scoperta, vissuta con l’incontenibile felicità del sogno realizzato. “Mi sembra di essere tornato bambino, corro da un sasso allaltro come un pazzo, vorrei salirli tutti ma forse occorrerebbero degli anni…” così Riccardo descrive il suo incontro con i mitici massi. Con entusiamo per il gioco arrampicata, appunto.
SKY A BLEAU
Beh, domenica 14 marzo apro gli occhi ed il sogno tanto atteso diventa realtà; con gli amici di viaggio si va alla ricerca della guida di Bleau, ma purtroppo le librerie sono chiuse e ci dovremo accontentare di una molto datata. Seduti comodamente ad un caffè, decidiamo che il nostro battesimo avverrà al Bas-Cuvier, forse il settore più frequentato e comodo da trovare. Scendo dalla macchina e non credo ai miei occhi, sembra un parco giochi, ovunque blocchi dalle forme più fantastiche, respiro laria incredibile di quei posti che hanno quel qualcosa in più. Vedo gente di ogni età, dai bambini ai vecchietti divertirsi sui sassi con una mentalità e una semplicità che non ho mai incontrato; mi sembra di essere tornato bambino, corro da un sasso allaltro come un pazzo, vorrei salirli tutti ma forse occorrerebbero degli anni, non una sola settimana. Con lentusiasmo accumulato da anni, inizia la mia avventura nella foresta di Bleau, inizia labbuffata, evviva!
In questa settimana voglio arrampicare il più possibile, ma purtroppo ci sono dei limiti fisici, e già dopo due giorni la pelle mi ha lasciato, ho quattro dita sanguinanti, ma la voglia supera ogni limite. Si va di tape e avanti! In sei giorni di scalata riusciamo a vedere soltanto tre settori su trenta, scalo un po ovunque e su tutti gli stili, ma uno dei miei obbiettivi prefissati da tempo è la stupenda placca di Duel, 8a molto aleatorio e dai microappigli. Purtroppo, essendo nel bosco, in questo periodo è sempre umido, un giorno addirittura bagnato, quindi impraticabile. Ma il mio vagare per la foresta è catturato da unaltra dalle, anchessa certificata col fatidico numero 8 e il cui nome è Digitale, il che fa già pensare. Decido di consumarmi gli ultimi strati di cute su di essa. Nessuno dei climbers nei paraggi conosce la metode quindi sono costretto a trovarmela, il che rende la sfida ancor più interessante, anche se più complicata.
Dopo una decina di assalti ripartiti in due giorni vengo a capo della soluzione, ma la temperatura è assurda, ci sono più di 20°, il che rende impossibile la riuscita. Lultima notte della nostra vacanza, ci regala così tanta acqua che la speranza di poter arrampicare il giorno dopo diventa assai remota. Ma la magia continua, si alza un gran vento che asciuga tutto e fa comparire laderenza tanto attesa. Colazione e via, Digitale mi sta aspettando! Gia al primo tentativo capisco che posso riuscire, ma ahimè ancora acqua! Raccatto crash e scarpe e via di corsa alla macchina, con non poche imprecazioni
Fortunatamente ancora una volta ci salva il grande Eolo, dopo una bella spazzolata agli appigli, se cosi vogliamo chiamarli! Pulisco bene le suole e, incitato dai mie amici, parto, la sequenza mi riesce fluida come non mai, e centro il piccolo monodito che mi regala la riuscita. Un urlo esce incontrollato, sono in cima al sasso, carico di un mix di adrenalina ed emozione che solo il bouldering sa regalarti. Fantastico!”
di Riccardo Scarian
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